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Il neurinoma del nervo acustico

A cura di Sanihelp.it

Autore: Prof. Angelo Gandolfi
Neurochirurgo ed Otoneurochirurgo al Rome American Hospital Docente Universitario di Neurochirurgia, Neurologia dei nervi Cranici* e Chirurgia Otoneurologica* (Parma / Roma*)

 

 

Il neurinoma del nervo acustico, anche di grandi dimensioni, oggi si può asportare senza provocare danni all'udito grazie alla via chirurgica di accesso combinato ELISA/transigmoidea.

Lo schwannoma vestibolare, in termini più semplici neurinoma del nervo acustico, è una patologia che coinvolge strutture di alta complessità come i nervi cranici, che giocano un ruolo di primaria importanza nelle funzioni nervose superiori e in modo particolare in quella UDITIVA.

Per questo il tentativo di preservare questi nervi è così importante: poter conservare l’udito una volta rimosso il tumore è la richiesta principale di chi si sottopone a un’operazione di questo tipo.
Tuttavia le problematiche tecniche e relative difficoltà non sono poche.

Nel trattamento chirurgico del neurinoma, la via chirurgica oggi praticata per la conservazione dell’udito si chiama extreme lateral iuxta sigmoid approach (via E.L.I.S.A. secondo A.Gandolfi).
Questa tecnica, costituita da un accesso alla regione del tumore, assai laterale nella base cranica posteriore, offre due vantaggi: la massima protezione del cervelletto, e la massima esposizione del tumore, delle strutture vascolari e di quelle nervose.

In questo modo è possibile isolare il neurinoma e tentare di preservare la struttura anatomica del nervo facciale e di quello uditivo, in modo da mantenere le loro funzioni dopo l’operazione.

Ma se il tumore è grande (3 – 4 centimetri), come si può pensare di salvare le fibre uditive compresse e devascolarizzate dalla crescita tumorale? Spesso i tentativi sono destinati a fallire.
Per questo si possono proporre modifiche tecniche alla via E.L.I.S.A., consistenti nell’allargare la via di accesso interrompendo il seno sigmoide dal lato del neurinoma, se possibile dai dati agiografici pre-operatori.

In questo modo si possono identificare molto meglio i piani di separazione della capsula del tumore dal cervelletto ed avvicinarsi di più alla porzione laterale dello stesso, a livello del condotto uditivo interno.

Quindi, dopo aver verificato con l’angiorisonanza che l’altro seno venoso sia pervio, la via di accesso combinato ELISA/ transigmoidea (ELISA / TS) sarà molto più sicura di quella tradizionale.

In caso di neurinomi ancora più grandi, che non abbiano però provocato una perdita uditiva profonda, propongo ai pazienti un intervento in due stadi: nel primo stadio, sempre con via ELISA / transigmoidea, si toglie quanto più tumore possibile, lasciando possibilmente intatti i nervi.
In un secondo stadio, anche a distanza di molti mesi, si riapre la ferita precedente e si procede all’asportazione totale della neoplasia. La rimozione del tessuto residuo, e la possibile separazione dei nervi, saranno meno traumatiche.

Per compiere tali operazioni, è necessario che il neurinoma dell’acustico torni di piena competenza del micro-neurochirurgo, che ha esperienza di nervi e di chirurgia del sistema nervoso. Senza dimenticare la sorveglianza neurologica post-operatoria più adeguata del paziente operato e delle possibili complicanze.



 

 

 

 

 

 

 

 

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