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Ultimo aggiornamento: 01 aprile 2020

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Educare il cittadino, comprendere che l’ambiente in cui viviamo è un bene comune e che la sua tutela è giovamento per tutta la comunità è uno degli aspetti su cui ancora molto c’è da lavorare.

In questi ultimi anni il continuo progresso tecnologico e l’affermata politica consumistica hanno determinato un incessante aumento del parco mezzi circolante. Basti pensare che nel 1971, in Provincia di Trento, il rapporto auto/residenti era di 0,2 e che nel 1989 tale rapporto è salito a circa 0,5 (la media nazionale è di 0,56) (Rif. “Rapporto sullo stato dell’ambiente 1993”).

La conseguenza di questo fenomeno è di aver prodotto un rilevante aumento degli agenti inquinanti, nella fattispecie inquinamento atmosferico ed acustico.

Troppo spesso, lamentandoci di un’eccessiva carenza del servizio pubblico, facciamo uso dell’automobile, anche quando non è necessario. Non si nega che, nella realtà di alcune città, questo corrisponda al vero, ma in molte città, nonostante i mezzi pubblici offrano una buona copertura del territorio, le persone che usano l’autobus sono ancora poche. Inoltre dobbiamo constatare come, a bordo delle automobili, spesse volte ci sia solo il conducente.

Alcune amministrazioni, anche nel tentativo di arginare questa cattiva abitudine, hanno istituito zone a traffico limitato sempre più estese e parcheggi a tariffa differenziata (le zone del centro hanno una tariffa oraria maggiore rispetto a quelle periferiche). Tuttavia in molti casi queste soluzioni sono criticate, non solo dai commercianti della zona che le considerano responsabili del calo delle vendite, ma persino dagli stessi cittadini i quali ritengono limitata la propria libertà di circolazione.

Imporre alla popolazione un nuovo scenario nella viabilità di una città può costituire motivo di contrasti e malumori che, in taluni casi, sfociano in comitati di protesta. Per questo motivo acquista notevole importanza fornire ai cittadini, o loro rappresentanti, un adeguato strumento di partecipazione ed informazione come assemblee, conferenze e mass media allo scopo di stimolare l’interesse all’attività sociale e politica della città.

Tuttavia, l’informazione del cittadino trova maggiore efficacia se approntata in età scolare, attraverso programmi di educazione ambientale che formino i giovani a sviluppare un diverso approccio alle abitudini quotidiane.

Limitare l’uso dell’automobile, mantenere alla guida del proprio mezzo un comportamento civile, vale a dire uso degli avvisatori acustici nei soli casi di pericolo, evitare le partenze brucianti ai semafori, mantenere efficienti i mezzi di circolazione sono solo alcuni degli esempi attraverso i quali sono possibili dei miglioramenti in termini di rumore.

Molti paesi europei stanno escogitando diversi rimedi, quali la creazione di grandi parcheggi pubblici sotterranei a pagamento, i cui ricavi servono al potenziamento ed al rinnovo dei mezzi pubblici, alla creazione di corsie preferenziate per linee pubbliche (per ridurre i tempi morti dovuti ad ingorghi stradali). Ciononostante soluzioni che garantiscono buoni risultati in un Paese possono risultare inefficaci in un altro, soprattutto per differenti abitudini della popolazione.

Le abitudini non sono facili da cambiare, ed è per questo che acquista notevole importanza “l’educazione del cittadino”; un grande investimento per il futuro che, se affrontato con la giusta convinzione, produrrà sicuramente notevoli benefici.

 

 

 

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